Cani e Bambini: 4 Motivi per cui a volte Non Funziona
Cani e bambini, odio e amore.
Tantissime volte mi è capitato di ascoltare proprietari di cani e non solo che mi raccontano le loro esperienze spesso super positive, ma altre volte particolarmente negative con i loro cani.
Frasi del tipo:
Il mio cane con i bambini è amorevole, è dolcissimo e passano tanto tempo insieme spesso dormono anche insieme!
Altre volte mi ritrovo invece a condividere con i proprietari situazioni dove il loro cane non riesce proprio a sopportare e a vivere serenamente contesti dove c’è un bambino, o addirittura peggio più bambini.
Cosa influenza la relazione cane-bambino?
Ma da cosa dipende questa differenza è questo tipo di visione del bambino da parte del cane?
Come sempre ci sono più fattori che portano ad un risultato positivo o negativo: vediamo i 4 principali motivi.
1. L’età del bambino
Il primo aspetto importante è l’età del bambino.
Questo è sicuramente un fattore rilevante perché alcuni cani tendono a vedere di buon’occhio o meno dei bambini proprio in base alla loro fascia di età.
Ad esempio un cane potrebbe trovarsi bene con un bambino di 8-10 anni e magari non starebbe sereno nel convivere in uno stesso contesto sociale con bambini dai 2 ai 5 anni.
O magari potrebbe anche succedere il contrario, cioè che i bambini più grandi il cane proprio “non li digerisce”, mentre riesce a vivere dei momenti sereni con quelli più piccoli.
2. Le esperienze del bambino col cane
Strettamente collegamento a questa motivazione vi è la seconda, ovvero le esperienze anche quotidiane che un bambino vive con il suo cane, un altro fattore assolutamente decisivo nella loro relazione.
Si sa, spesso il rapporto tra cani e bambini e particolare ed è molto diverso rispetto a quello che c’è tra un cane è una persona adulta: i bambini hanno un modo di interagire e di giocare con un cane molto particolare e spesso questo purtroppo ai cani non piace.
Avrai sicuramente assistito almeno una volta alla scena di un bambino che – naturalmente in maniera inconsapevole e genuina – ha interagito con un cane nel modo sbagliato, per esempio saltandogli addosso o tirandogli la coda e le orecchie, o magari mettendo le dita nel naso o negli occhi.
In poche parole, ha interagito facendo cose che si potrebbero fare sicuramente con un peluche ma non con un cane.
Se il cane aggredisce il bambino
Spesso questo è il motivo principale che porta a un raffreddamento nel rapporto tra un bambino ed il suo cane, con conseguenze che in base anche alle caratteristiche del cane specifico potrebbero essere lievi, come un semplice evitamento del bambino da parte del cane, come anche potenziali aggressioni.
Si, anche aggressioni, perché un cane stressato dalla convivenza con un bambino che ha un rapporto con lui poco educato e poco equilibrato potrebbe arrivare anche ad aggredire e non c’è nemmeno molto di cui sorprendersi.
Quindi si deve cercare di limitare al minimo o praticamente allo zero queste potenziali aggressioni o comunque semplicemente che questi rapporti sì affievoliscano a causa di questo modo di interagire.
Ma come si fa insomma ad evitare questi problemi e che il rapporto vada male?
3. Poca attenzione dei genitori
Con questo mi collego alla terza motivazione, cioè la poca attenzione da parte dei genitori.
Immagino che fare il genitore sia uno dei lavori se non il lavoro più difficile al mondo.
Non riguarda solo fornirgli i bisogni primari, ma anche educarli, stare sempre attenti e avere sempre occhi e pensieri per loro, e posso anche immaginare che durante la quotidianità è normale che ci siano dei momenti di distrazione seppur brevi che in qualche modo possono influenzare parlando del nostro caso anche il rapporto tra cane e bambino.
Conosco tantissime persone che hanno cani e bambini, piccoli e grandi, in casa, oppure che hanno già un figlio e vorrebbero un cane o viceversa è e una sola cosa, cioè una assoluta attenzione.
E non è un modo per spaventare, anzi è un modo per prevenire o gestire al meglio le eventuali problematiche che potrebbero sorgere.
Quindi l’attenzione dei genitori è tutto e bambini e cani non possono mai essere lasciati da soli nè possono essere trascurati neanche per pochi minuti.
La relazione tra un cane e un bambino dipenderà per una buonissima percentuale anche da come i genitori o il genitore saprà gestire quella situazione.
I bambini sono bambini, non si può chiedere ad un bambino di 3-4 anni di interagire con un cane nel modo corretto o di non fare errori.
Sarà quindi compito dei genitori interrompere, impostare, stimolare e suggerire come quella relazione va vissuta nel modo più corretto possibile.
4. E quando non ci sono state esperienze negative?
Oltre le esperienze positive o negative vissute tra bambini e cani e che in qualche modo hanno influito sulla loro relazione, ci sono anche situazioni dove un cane possa non apprezzare particolarmente un bambino, nonostante non abbia mai vissuto esperienze negative con lui.
Questa è la quarta motivazione, che a sua volta può derivare da cause diverse:
- Ad esempio potrebbe essere che il cane abbia vissuto buona parte della sua vita in città e non abbia mai visto bambini in vita sua, e per questo ha paura di loro o li vede come una minaccia;
- Oppure può succedere che cuccioli entrati in famiglia a 2-3 mesi in una casa senza bambini, possono poi mostrare segni di diffidenza, paura, disinteresse o evitamento rispetto ai bambini anche senza nessuna esperienza negativa o positiva pregressa.
Come si fa quindi in questi casi?
Non a tutto c’è una soluzione e soprattutto se la soluzione ci fosse non sarebbe univoca perché ogni storia va valutata di persona.
Io stesso in alcuni percorsi di educazione sono arrivato insieme ai proprietari del cane alla conclusione che l’unico modo di procedere era gestire bene la situazione, ossia in sicurezza soprattutto in presenza di bambini, ma senza la possibilità di risolverla al 100%.
I bambini si sa, corrono e si muovono in maniera diversa da un adulto, in maniera più imprudente o più scomposta, scappano via, emettono grida e striduli, e tutto questo non solo incuriosisce il cane nel bene o nel male, ma lo porta anche a non riconoscere il bambino come un normale essere umano adulto e a considerarlo molto diverso da loro.